Salve a tutti GamerHz,

Per comprendere parte della magia di Dark Souls, per capire come mai questo titolo è riuscito a riscuotere così tanto amore nei videogiocatori e divenire un Cult videoludico ed esempio nel settore tanto da creare un sottogenere a lui ispirato (i così detti Souls-like) dobbiamo fare un salto indietro nel tempo al lontano 2011. 

“La Dark Age” dei videogiochi prima di Dark Souls

In quel periodo infatti il Level Design che si trovava per la maggiore nei videogiochi era quello dello stile a “Tunnel”, i videogiocatori infatti si trovavano spesso a vivere delle storie quasi cinematografiche nella loro struttura, avanzando in lunghi livelli a tunnel quasi da spettatori (attivi) di un film, questo fenomeno era presente soprattutto negli Sparatutto in prima persona dato dal grande successo della serie di Call of Duty, fenomeno che decretò anche la fine di altri titoli che cercarono di adeguarsi all’onda di CoD finendo nella marea del tutto uguale e morendo dimenticati, come ci ricorda il triste destino di Medal of Honor, ma questo stile non era limitato al solo genere degli FPS. 

Un primo impatto con un nuovo stile più libero, che lasciava al giocatore la quasi completa libertà di scelta nel percorso da seguire fu dato da Demon Souls, che però non riuscì a divenire un fenomeno mondiale come invece riuscirà il suo successore spirituale per varie ragioni che vanno dalla sua struttura ancora acerba in molti suoi aspetti all’essere una esclusiva Playstation limitandone l’utenza. 

Il 22 settembre 2011 usciva in Giappone il sequel spirituale di Demon Souls, Dark Souls aveva un nuovo mondo ancora più aperto, più libero e per molti più caratteristico rispetto al predecessore che è destinato a vincere 10 anni dopo dalla sua uscita il premio come miglior videogioco di sempre al Golden Joystick Awards. 

Dark Souls

“Breve” viaggio nel nostro passato a Lordran

Dove tutto ebbe inizio

Iniziamo il nostro breve viaggio nella memoria, al tempo eravamo in molti i videogiocatori abituati allo standard videoludico sopra riportato, abituati ad essere portati per mano lungo una bella storia o avventura, che come bambini troppo piccoli per essere lasciati soli non potevamo andare oltre quello che gli sviluppatori avevano pensato come il miglior percorso possibile (ed unico), ci troviamo ora invece in una creazione del personaggio piuttosto spoglia, alcune classi, dei doni e poco altro, premiamo conferma e dopo un filmato dai tratti epici ma molto fumosi ci svegliamo in una cella da soli con una cadavere davanti in possesso della chiave per la libertà, usciamo e già qualcosa manca, non ci sono prompt a schermo che ci spiegano i tasti da premere, ci sono solo dei strani segni per terra che sospetto molti di noi non avranno neanche letto nella foga, come non abbiamo letto neanche la chiave che ci è stata donata, cosa mai ci sarà in una chiave che vale la pena di scoprire? Tanto la porta da aprire è davanti a noi pensavamo, ma i pochi che si sono fermati a leggerla avranno avuto modo di scoprire la verità che muove tutto Dark Souls, un messaggio lasciato dallo sviluppatore per i più attenti, quasi uno spoiler del significato del gioco che se lo si volesse applicare in modo filosofico alla vita non avrebbe nulla da invidiare ad alcuni poeti e filosofi dei tempi andati o moderni, la sua descrizione infatti recita: “A mysterious knight, without saying a word, shoved a corpse down into the cell, and on its person was this key. Who was this knight? And what was his purpose? There may be no answers, but one must still forge ahead”… anche senza risposte bisogna andare avanti, una bellissima frase che presto o tardi tutti capiranno giocando Dark Souls, un gioco misterioso che non accompagna il giocatore, che sempre si spiega ma solo ai più attenti, tutti coloro che lo hanno finito possono confermare che la chiave non mentiva, anche senza risposte sono andati avanti tra fallimenti e successi fino alla fine. 

Ma ora abbandoniamo la chiave della cella e torniamo a noi, siamo giunti davanti a quella che visibilmente è la stanza di un boss, boss che ci sta fissando dall’alto, visibile da una spaccatura nella parete ben nascosta sotto gli occhi di tutti, entriamo e ci troviamo di fronte al primo muro del gioco per molti, siamo armati di una spada spezzata dal danno ridicolo mentre il demone di fronte a noi non è di certo amichevole, come superare questo scoglio? Correndo come disperati ovviamente in preda al panico o al nostro sesto senso da gamer, girando per la stanza infatti era possibile trovare un passaggio che ci portò verso la salvezza, in questo momento tutti abbiamo iniziato ad avere i primi dubbi, come nel lontano 1996 i giocatori pronti a vivere l’ennesima copia di Tomb Rider si trovarono invece davanti a quel capolavoro di B movie horror chiamato Resident Evil, anche noi videogiocatori sprovveduti pronti a trovarci dentro all’ennesimo tunnel senza neanche una deviazione ci siamo invece ritrovati davanti un boss che sembra momentaneamente imbattibile ma altrettanto mortale, procedendo lungo la strada trovammo le nostre armi di classe e una “facile” vittoria e vendetta su quel boss che tanto ci aveva spaventato prima, ma era solo l’inizio perché come a breve avremmo avuto modo di capire “Dark Souls inizia ora”.  

Dark Souls inizia ora

Dopo che il corvo ci ha gentilmente posato davanti ad un falò ci ritroviamo in un trivio, molte stradine portano a vicoli ciechi ed oggetti, due strani figuri ci parlano di un nefasto futuro che ci aspetta se osiamo procedere, ma dove? Quale via prendere? Quella sbagliata ovviamente, perché delle tre possibili due portano ad una morte quasi certa per i neofiti mentre una, suggerita dal Crestfallen porta ad un avanzamento verso il borgo dei non morti. Dopo numerose morti e tentativi finalmente i più di noi presero la via giusta, ormai consapevoli che non stavamo più vivendo uno di quei tunnel che non ci sembravano più così noiosi ma che quasi rimpiangevamo davanti al mondo ostico e tremendo di Dark Souls, ma senza risposte continuammo lo stesso il nostro cammino. 

Il nostro cammino ci portò davanti al demone toro e dopo averlo battuto grazie alla preziosa tecnica dell’attacco in caduta appresa nel tutorial attraversammo il ponte… e fummo arrostiti da un drago, erano molti i cadaveri inceneriti lungo il ponte che avrebbero dovuto metterci in guardia ma venimmo colti dalla sorpresa comunque, andando avanti arrivammo in quella che sembrava una vera benedizione, la prima zona con un NPC davvero amico che ci potenziava le armi a nostra scelta, una delle moltissime armi che avevamo a disposizione e che ad ogni passo, nemico ucciso o tesoro trovato andavano aumentando, perché anche questo è uno degli aspetti che tanto abbiamo amato in Dark Souls, ogni sfida, ogni esplorazione andata a buon fine portavano sempre ad un premio unico. I giocatori più navigati del genere all’epoca, i pochi eroi che avevano giocato Demon Souls trovarono dei terribili ricordi ad attenderli sul tetto della chiesa dove eravamo arrivati, due Gargoyles che per nostra fortuna erano forti meno della metà dell’incubo che rappresentavano i Maneater in Demon Souls, ciò non toglie che ci fecero morire più e più volte prima di poter vedere quella meravigliosa scritta di Vittoria apparire nel nostro schermo, eravamo finalmente liberi di suonare la prima campana…  

I primi ricordi della città infame non si scordano mai

Ora ci attendeva la città infame, nome migliore non poteva essere scelto per quella che, per problemi tecnici soprattutto, si rivelò essere una delle aree più spaventose, fastidiose e snervanti di tutto il gioco, ma prima dovevamo passare attraverso quelle fogne che sembravano più un labirinto e quel Drago Famelico che ci attendeva alla base. Superate entrambe queste difficoltà, cosa non da poco, finalmente ci ritrovammo nel Dominio di Quelaag, alla base della pozza velenosa che ci fece rimpiangere gli spensierati pomeriggi passati a giocare online con gli amici a qualunque altra cosa, che ci fece chiedere cosa avevamo fatto di male per meritarci tutto questo, ma che comunque superammo, e ad attenderci vi era la seconda campana, finalmente la fine delle nostre sofferenze pensammo, ora dobbiamo soltanto risalire pensammo…

Come nei migliori film attueremo un time skip tra dove ci eravamo lasciati e il momento in cui finalmente riuscimmo a tornare a Firelink Shrine, dopo ore ed ore di bei momenti passati tra zanzare, veleno, tossina, hitboxes un po’ pazzerelle e giganti con un tronco d’albero come mazza poco amichevoli, finalmente a casa pensammo, un po’ di pace nel falò tanto meritato che era… spento, ma che bella giornata… 

Finalmente pace a Sen’s Fortress

Arriviamo ora a Sen’s Fortress, un parco giochi adesso che la rifacciamo a 10 anni di distanza, una casa degli orrori all’epoca, tra le lame a pendolo, le infinite cadute, le lucertole umanoidi lancia fulmini e le trappole piccole come piastre a pressioni o grandi come macigni degni dei migliori Indiana Jones finalmente arrivammo alla cima, finalmente vedemmo la luce alla fine di quell’orrore per poi girare lo sguardo e trovare un Golem mastodontico ad attenderci, per fortuna che il buon caro Tarkus era così disponibile per una Jolly cooperation, insieme come nelle migliori storie riuscimmo ad abbattere il gigante e farlo cadere giù dal ponte, o a massacrarlo prima, il risultato non cambia, finalmente eravamo pronti per Anor Londo. 

La meravigliosa città degli Dei e la fine del nostro viaggio

Anor Londo ancora oggi ha una delle presentazioni più impattanti che abbia mai vissuto, dopo tanta fatica finalmente ci trovavamo nella città degli dei, una splendida visuale si apriva davanti ai nostri occhi con quella che visibilmente era la Cattedrale di Milano in tutto il suo splendore dorato e fiabesco, giganti guardiani armati di lancia e, ancora, gargoyles ci diedero il benvenuto ma non importava, perché l’atmosfera, la magia e i colori del posto riuscivano ad imporci di andare avanti per scoprire cosa si poteva trovare in quel luogo magico, e lo scoprimmo, trovammo Ornstein e Smough ad attenderci alla fine di quel viaggio, dopo strade incredibilmente nascoste tra cornicioni e “ombrelloni” volanti in agguato, battuto il magico duo finalmente eravamo pronti per il finale credevamo, perché era passata una vita da quando avevamo iniziato il nostro viaggio, ma eravamo solo a metà… 

Qui termina il nostro “breve” viaggio tra le memorie, volontariamente a metà chiudendosi con la magnificenza di Anor Londo ma tanto altro ancora ci sarebbe da dire, preferisco però ora analizzare brevemente, alcune particolarità che hanno permesso a Dark Souls di divenire il capolavoro che ancora oggi acclamiamo. 

Dark Souls

I motivi per cui Dark Souls è così importante ed impattante ancora oggi

La mappa di gioco di Dark Souls è la prima cosa che vorrei mettere in risalto, piena di strade, scorciatoie e segreti è il vero punto di forza del primo capitolo della serie, ancora ad anni di distanza gli speedrunner si divertono a rompere completamente il gioco con nuovi out of bound ma la mappa di per sé è così ben connessa, così bella e varia una volta imparata che permette a un buon numero di run di essere sempre diverse, prendendo questa via invece che l’altra, andando da questo boss in anticipo rispetto al percorso “standard” e battendolo perché tutto è possibile… 

Il gameplay è alla base di ogni videogioco, un buon gameplay può reggere da solo un brutto videogioco, ma questo non è il caso di Dark Souls, che coniuga un gameplay action e al contempo strategico con una bellissima storia tutta da scoprire ed interpretare, tra mostri e nemici dal design unico ed accattivante. Ma Dark Souls è davvero così difficile? La domanda più comune per il genere che varia nella risposta in base a quanta esperienza si ha nel gioco, infatti Dark Souls è un gioco difficile e punitivo ma quasi mai sleale, per un giocatore alle prime armi può risultare in un muro quasi invalicabile mentre un veterano scorrazza per Lordran nella più spensierata leggerezza quasi stesse facendo una passeggiata domenicale. 

Questa è solo una parte delle argomentazioni che hanno spinto i più votare Dark Souls come miglior videogioco, spero che questo tuffo nel passato vi sia piaciuto e vi abbia fatto ritornare in mente le emozioni che avete provato nella vostra prima run a Lordran, nella speranza che Elden Ring sarà capace di trasmettere anche solo la metà di quanto ci ha dato Dark Souls lascio a voi la parola nei commenti, cosa ne pensate di quanto riportato sopra? Avete anche voi amato Dark Souls?  

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