Salve Gamehz,

come saprete, da pochi giorni Far Cry 6 è arrivato sul mercato e già iniziano a sorgere problemi per Ubisoft. No no, in questo caso non si tratta di polemiche relative a bug o a problemi tecnici del gioco (ve ne parleremo presto nella nostra recensione); si tratta infatti, di ben altro problema: la PETA, organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali, chiede ad Ubisoft di rimuovere il minigioco del combattimento tra galli di Far Cry 6.

Un passo indietro, chi è PETA

People for the Ethical Treatment of Animals (in italiano: Persone a difesa del Trattamento Etico degli Animali), spesso abbreviato nell’acronimo PETA, è un’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali.

La PETA è famosa per il suo uso aggressivo dei mass media, di cortei e dimostrazioni, e per gli attacchi contro le grandi società sospettate di maltrattare gli animali. Finì per la prima volta sotto i riflettori in seguito alla pubblicazione dei risultati di una inchiesta in incognito condotta da Pacheco, in cui si documentavano numerosi casi di abuso e negligenza nella sperimentazione scientifica su primati. Questa indagine portò alla prima condanna di un laboratorio di sperimentazione per il reato di abuso sugli animali. Nel 1983 la PETA condusse una vittoriosa campagna contro il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che aveva progettato una serie di test di armamenti su cani e capre.

Negli anni seguenti, si sono susseguite proteste contro McDonalds, KFC e Burger King. 

Far Cry 6

Il caso Far Cry 6

Nel sesto capitolo del franchise, per poter “staccare” dalle missioni principali, c’è la possibilità di provare un minigioco che, vista l’ambientazione del gioco, trattasi dei combattimenti tra galli.

La filiale latina della PETA ha criticato pubblicamente la sequenza di gioco, che vede i giocatori partecipare ad un combattimento parodia tra galli, e ha accusato i creatori del gioco di “…glorificare la crudeltà“.

Ecco le dichiarazioni ufficiali dell’organizzazione

Trasformare un orribile sport sanguinario come il combattimento di galli in una partita di videogiochi in stile Mortal Kombat è ben lungi dall’essere una vera innovazione, poiché la società di oggi è fortemente contraria a costringere gli animali a combattere fino alla morte. i galli usati nei combattimenti sono dotati di speroni acuti che lacerano carne e ossa, causando ferite angosciose e mortali. PETA sud america esorta Ubisoft a sostituire questo riprovevole minigioco con uno che non glorifichi la crudeltà.

PETA ha spesso messo in evidenza le questioni relative ai diritti degli animali nei videogiochi, affermando che riconosce i giochi come un mezzo importante e ritiene di dover sollevare critiche come un modo per “coinvolgere il pubblico“.

Altri casi videoanimalisti

Più di recente, PETA ha pubblicato un video di una protesta in-game Animal Cross: New Horizons, in cui ha criticato una funzione di gioco in cui i giocatori raccolgono insetti e pesci da posizionare nel museo in-game.

L’organizzazione ha persino pubblicato i propri giochi web come mezzo per evidenziare i problemi. Nel 2008 ha rilasciato il gioco basato su browser Cooking Mama: Mama Kills Animals per evidenziare che i giochi erano “troppo pesanti sui piatti a base di animali morti“. Attualmente, il sito Web di PETA presenta un intero elenco di giochi parodia tra cui “Pokémon Black & Blue”, “Mario Kills Tanooki” e “Super Tofu Boy”.

Una situazione un pò esasperata?

Cari FollowHz, quando si tratta di questi temi è sempre molto difficile esprimersi senza usare parole che possono risultare offensive nei confronti di qualcuno. Poichè il tempo che passerei a cercare le parole giuste non mi permetterebbe di scrivere questo pezzo, concordiamo che lo scrivo e poi magari ne discutiamo nei commenti. 

Premesso che è molto importante il lavoro che svolge la PETA, cosi come tutte le altre organizzazioni in questo ambito e in tutti gli altri a favore e in difesa dei diritti umani e non, io non credo o comunque non voglio pensare che Ubisoft abba voluto violare i diritti degli animali, inserendo questo mini-gioco. 

L’atmosfera di ispirazione caraibica dell’ambiente di gioco (che si rifà praticamente in toto a Cuba, Messico e paesi limitrofi) è nota purtroppo, ancora oggi, per queste forme di “intrattenimento” e Ubisoft, a mio avviso, ha semplicemente ricostruito fedelmente quel clima. Voglio sottolinearlo nuovamente, sono pratiche decisamente brutali però accadono, cosi come ne accadono tante altre nel mondo e ognuna di esse ha visto la sua trasposizione in un film, videogioco o opera visiva.  

E’ importante lottare per quello che noi reputiamo sia giusto ma è ancora più importante saper come lottare. 

 

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