Salve salvissimo cari FollowHz!

Benvenuti nel consueto appuntamento nel quale parliamo di Depelover Studios!

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ParlClose To The Sun PIC 1are di una squadra di del calibrodi Storm in a Teacup è un po’ come raccontare una di quelle storie riguardanti quel tipo di persone e progetti che, partendo più o meno dal basso, dopo un certo periodo passato a compiere sforzi titanici, sputare fiumi di sangue e cascate chilometriche di sudore, sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio più o meno consistente in un ambiente fortemente competitivo come quellScreenshot 05o dello sviluppo video-ludico indipendente italiano, realtà che spesso si rivela interessante ma anche estremamente dura per coloro che non mostrano tempra e tenacia d’acciaio.

E di tempra metallica e inossidabile gli autori della splendida opera horror survival Close to the Sun, ne hanno da vendere, oltre a una buona dose di senso dell’umorismo, come mostra l’intervista concessaci e che, con immenso piacere, siamo fieri di riportare come segue.

Salve Ragazzi. Prima di cominciare, vorremmo ringraziarvi per aver deciso di spendere due parole con noi. Senza ulteriori esitazioni, parliamo un po’ della vostra attività di sviluppatori. Come è quando è nata la vostra squadra?

STORM IN A TEACUP nasce a Settembre 2013 ma apre le porte ufficialmente a Febbraio 2014 da un’idea mia che ero tornato dall’estero dopo molti anni di sviluppo in studi AAA come Ubisoft, Square Enix, Crytek, Warner Bros Games, etc etc. Ero tornato per motivi familiari e avevo molteplici strade da percorrere, una era di aprire uno studio mio in Italia e così feci. Avevo messo in conto che sarebbe stata faticosa come cosa ma non mi aspettavo di sputare così tanto sangue, per fortuna il sangue si è ripagato.

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Come siete entrati nel mondo dei videogiochi?

In bicicletta, come tutti. Scherzi a parte, io sono fanatico di videogiochi da quando avevo 8 anni e ho cominciato a programmare in basic a 10, a 13 avevo capito che la strada dell’Artist era più consona per me ma mai avrei creduto possibile in futuro di fare questo come lavoro. Ho lavorato molti anni nell’industria del cinema poi appena mi è capitata l’occasione mi sono lanciato a capofitto nello sviluppo di videogames.

C’è qualche studio di sviluppo che, agli inizi della vostra carriera, vi ha in qualche modo ispirato?

No, ero un imprenditore già da prima di creare STORM IN A TEACUP e so bene che ogni società è come un individuo, particolare ed unico a modo suo. Cercare di farsi ispirare da altri non avrebbe funzionato e quando si tratta di soldi propri i sogni e gli unicorni stanno a zero: deve funzionare economicamente.Screenshot 26

Che opinione avete del settore dell’industria video-ludica?

A questa preferirei non rispondere se non dicendo le solite false ovvietà: ma che bella industria, ma quanto è bello fare i videoggggggiochi, ma che mercato fantastico. Poi c’è la realtà che è ben più brutale e che fa male quando ti tocca. Probabilmente questo è il motivo per cui siamo ancora in piedi dopo 5 anni, non ci siamo fatti irretire dal canto delle sirene dal quale la maggioranza si fa fregare e abbiamo tirato avanti a testa bassa.

Quale è il genere video-ludico che preferite?

Non esiste, a noi i giochi piacciono tutti. E’ come per la musica, se è buona è buona indipendentemente dal genere. Potrei dire che preferisco i giochi d’azione tipo Uncharted ma ripensandoci sarebbe una fesseria visto quanto tempo spendo su Dark Souls e LoL.

Cosa ne pensate dell’odierna offerta video-ludica?

E’ quel che è, alcuni direbbero giusta altri direbbero che è troppa, non mi schiero anche se potrei facilmente. Diciamo che è il giocatore medio che andrebbe studiato più che l’offerta, e studiando il giocatore medio si arriverebbe a conclusioni davvero interessanti. Voi che dite? Quanti giochi avete nella libreria di STEAM che non avete mai giocato e che avete comprato durante i saldi per pochi spicci? Penso voi abbiate capito come la penso…

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Che cosa ne pensate della correlazione gioco=violenza?

Mi chiedo a quali videogiochi giocassero Hitler o Gengis Khan…

Mi chiedo inoltre se faccia più male la violenza di finzione dei videogiochi o gli AK47 reali puntati sulla gente. Magari sarebbe più corretto fare una correlazione politica=violenza visto che sui nostri schermi televisivi ogni giorno ci propinano immagini che fanno rabbrividire. Quando io fraggo un nabbo (accidenti che gergo giovane che uso oggi) su Battlefield il massimo che posso infiggergli come colpo è una botta al proprio ego dopo il tea bagging, i soldatini reali che fanno finta di liberare paesi dai nomi impronunciabili fanno decisamente più danni e soprattutto irreversibili. Mi chiedo mentre noi scriviamo di queste cavolate in Siria quanti ne muoiono ancora? Uno a parola scritta? Mezzo? Tre? E la situazione nell’Africa Sud Sahariana come va? Bene ovviamente visto che non ne parlano più.
Mi chiedo come i videogiochi abbiano distrutto quei paesi, perché è ovvio per la classe politica mondiale che quelle guerre le manda a fare che il problema sono i videogiochi e non il loro livello di stronzaggine.
Mi chiedo come sarebbe il mondo con più videogiocatori e meno stronzi al potere, ecco questa sì che è una domanda consona: come sarebbe il mondo se Trump e Kim se la giocassero a FIFA e chi perdesse ammettesse semplicemente in pubblico di avercelo più piccolo dell’altro?

Attualmente siete al lavoro su qualche nuovo progetto?

 Ah, furbetto! Non dico nulla, bocca chiusa, tutti zitti, io non ho visto nulla io non so nulla. Con CLOSE TO THE SUN abbiamo scelto di farci vivi abbastanza presto, col prossimo progetto probabilmente manterremo il silenzio stampa più a lungo. Chissà cosa riserva il futuro, chissà… Magari mi metto anche io a fare B2B così perdo il fascino di fare videogiochi multipiattaforma ma faccio soldi, che dite? No tranquilli, STORM IN A TEACUP prima di fare B2B piuttosto chiude i battenti.

Non vediamo l’ora di poter mettere le mani su Close to the Sun allora.
Supportate gli Sviluppatori e comprate i giochi!

 

 

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