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The last of us arriva a metà stagione con un episodio con tanta narrazione e poco ma buona action, e l’immancabile dose di dolore e colpo al cuore.

Mentre sull’onda del successo della serie The last of us Part I rientra nella classifica americana , con il quinto episodio The last of us arriva a poco più della metà (la prima stagione dura infatti 9 episodi). Si conferma come nonostante le modifiche e a volte poca azione, sia un’ottima trasposizione dell’acclamato videogioco. Vediamo insieme come lo hanno fatto in questa puntata incentrata su due nuovi personaggi, Henry e Sam. I due fratelli introdotti nell’episodio precedente, nominati ma visti solo sul finale, sono qui più dettagliati rispetto al videogioco.

The last of us, non solo Joel ed Ellie ma anche Henry e Sam

Questo approfondimento della vicenda dei due fratelli si ha da subito. Il quinto episodio parte infatti con un prologo, che ci riporta indietro di dieci giorni e ci fa capire quali siano i trascorsi tra Kathleen ed Henry.  La donna è sulle tracce di chiunque abbia tradito i Cacciatori, i loro valori o consegnato persone alla FEDRA, proprio quello che ha fatto Henry. Ad aggravare la sua posizione il fatto di aver dato in mano alla FEDRA Michael il fratello di Kathleen.

Differenza sostanziale rispetto al videogioco nel personaggio di Sam, nella serie ha sei anni in meno ed è sordomuto. Entrambe strategie narrative, l’età lo rende il più giovane, enfatizzando maggiormente la crescita di Ellie che si troverà, seppur condividendo momenti di gioco ad “accudirlo”. Quella legata alla disabilità permette non semplicemente (e semplicisticamente) di dare un tocco di inclusività ma, di aumentare la fragilità del personaggio.  Caricando quindi di drammaticità i gesti di Henry e dando nuove sfaccettature a questo rapporto fraterno.

L’apocalisse ha spazzato anche la distinzione buoni-cattivi

Con la vicenda di Henry e Sam, e la colpa del primo verso Kathleen, la serie torna a riflettere sulla distinzione tra buone e cattive azioni. Una distinzione che non esiste più o meglio, non è più così chiara e netta: le azioni sono (se escludiamo la FEDRA) di persone che, improvvisamente si sono trovate in un mondo stravolto. Gente normale, costretta a fare il possibile per sopravvivere. Persone all’apparenza burbere e incattivite, costrette a diventarlo per proteggersi e soprattutto proteggere chi amano. 

Eroi, disposti a passare per antieroi, con azioni avventate e pericolose per salvare chi amano ed è più o meno fragile di loro: Joel, Bill, Henry. Quest’ultimo ha infatti consegnato Michael in cambio di soldi e medicine per Sam. Si danna, dandosi del cattivo mentre, Kathleen anche lei per amore, ma accecata dall’odio e la spietatezza non vede i bisogni altrui, non vede oltre la sua causa.

The Last of Us

Il rapporto tra Joel ed Ellie cresce

I due fratelli hanno anche un’altra funzione. Non solo funzionano come riflesso l’uno dell’altro,  Henry fa da orecchie e voce a Sam, ne riflette i timori, e il fratello gli dà la forza e sostegno. Questo rapporto fraterno fa da contraltare a quello tra Joel ed Ellie,  la protezione di uno e il sostegno dell’altra, e fa riflettere i due protagonisti.  Nonostante Joel ribadisca continuamente come il loro non sia un rapporto di sangue, è sempre più evidente lo faccia per autoconvincersi. 

Il loro rapporto arriva a un nuovo livello di vicinanza,  soprattutto nei momenti più duri quando si ha bisogno di consolazione e sostegno per non mollare. Un’alleanza quella tra i quattro dagli importanti risvolti psicologici positivi. Uno scampolo di umanità in un mondo sempre più ostile, come le tracce nel rifugio che  attraversano. Quelle dei giochi di bambini, un piccolo ma significativo momento emozionale, come la fossa del terzo episodio anche se qui la vena è più nostalgica.

Un tuffo e un colpo al cuore: mamma il Bloater e lacrime

Ebbene sì tanta narrazione e poca azione, dicevo all’inizio ma, buona. Ed ecco fare il loro ingresso i Bloater, una sequenza al cardiopalma fedele al videogioco.  Dopo lo scontro con il gruppo di Kathleen, un’esplosione porta a un’importante voragine, per dimensioni e conseguenze.  Ne usciranno infatti numerosi clicker e tra di loro il primo Bloater. Creatura a dir poco inquietante, al limite dell’orrore (nella mia classifica se la gioca con Alien, Darth Vader e il suo respiro, e il sorrisetto della Umbridge).

La frenesia tra narrazione e azione, tensione e svago, continua portandoci da terrore a tristezza.  Sì come ogni episodio anche questo non ci fa semplicemente salutare dei personaggi con degli ingenui arrivederci, ma con addii struggenti e crudi. Dopo Sarah, Tess, Bill e Frank, anche qui si finisce con un colpo di scena drammatico. Ma rapidi ad asciugare le lacrime, pronti a proseguire il viaggio e attendiamo cosa ci si riserverà il prossimo episodio. 

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