Salve a tutti cari followHz,
tempo fa vi avevamo parlato di pesanti accuse di sessismo nei confronti di Riot Games, ebbene ci sono delle novità, perché il colosso è dovuto tornare a fronteggiare altre pesanti accuse di sessismo ricevute da cinque donne (tra dipendenti ed ex dipendenti).
Per far fronte al problema, Riot Games si è attivata proprio in questi giorni per impedire che azioni legali siano mosse contro la compagnia. In particolare, la clausola su cui si fa perno è molto semplice: le donne in questione hanno rinunciato al diritto di citare in giudizio la società nel momento in cui hanno firmato il contratto di assunzione.

Si spiega successivamente, come i dipendenti, nel firmare il contratto con la società, abbiano di fatto rinunciato ad intentare qual si voglia azione legale perché all’interno del contratto stesso c’è una clausola (molto comune) che isole le compagnie dai controlli.
In sostanza, se un dipendente volesse citare in giudizio il proprio datore di lavoro, il tutto verrà gestito da una sorta di tribunale interno “extra-legale”, senza giudice, permettendo di fatto ai datori di non essere imputati.

Commentare questa notizia a tre giorni dalla festa dei lavoratori, sinceramente mi fa provare un misto tra dolore e rabbia. Non ritengo possibile che in una società così al passo coi tempi (spesso più avanti)attui comportamenti così assurdi verso non tutti i dipendenti ma solo parte di loro.

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