Salvissivamente Salve FollowHz!
A seguito di questo grande risultato, centinaia sono stati gli articoli che la stampa globale ha dedicato allo studio indie, tanto da ricevere un invito da Capcom presso i propri quartier generali a Osaka, Giappone, chiedendo loro alcuni pareri e pensieri su Resident Evil 2 officiale remake e Resident Evil 7, mostrati ai membri del team con un anno di anticipo rispetto alla prima ufficiale.
Il titolo, neanche a dirlo, riprende molti stilemi della famosa serie survival horror di Capcom , oltre ai tipici temi degli anni novanta quali l’ambientazione in una cittadina del nord est americana e l’immancabile apocalisse zombie scoppiata per via di una epidemia virale, cu
Ognuno di questi personaggi dovrà fare di tutto per raggiungere lo scopo più import
In sostanza, un lavoro che non lascerà indifferente il giocatore frutto dell’ingegno di una squadra di sviluppatori dall’indubbia perizia, ulteriore prova (se già non vi fosse bisogno), della grande validità della scena nostrana.
Qui di seguito ecco Il testo dell’Intervista ai nostri eroi di Invader Studios:
Salve Ragazzi. Prima di cominciare, vorremmo ringraziarvi per aver deciso di spendere due parole con noi. Senza ulteriori esitazioni, parliamo un po’ della vostra attività di sviluppatori. Come è quando è nata la vostra squadra?
Prima di tutto grazie a voi per l’interesse in noi e in Daymare: 1998. Passando alla domanda, tutto è nato un po’ per gioco, un po’ per la voglia di fare e dimostrare, ma soprattutto per la grande passione verso il survival horror (e la serie di Resident Evil in particolare) che accomuna il nostro gruppo. Se inizialmente eravamo solo 4 o 5 amici in una sorta di scantinato volenterosi nel voler mettere a frutto le proprie conoscenze e abilità cercando di dar vita ad un fan remake in Unreal Engine 4 del capolavoro survival horror per eccellenza di Capcom (Resident Evil 2), ad oggi, proprio anche grazie al successo riscosso con quel rifacimento, ci ritroviamo ad essere uno studio di oltre 15 persone, con una società costituita alle spalle e una IP propria che è già attesissima in tutto il mondo. Questa, in poche parole, la nostra atipica quanto straordinaria storia.
Come siete entrati nel mondo dei videogiochi?
Ognuno relativamente al proprio settore di competenza. C’era chi come me lavorava in siti e riviste specializzate, chi studiava in scuole 3D e di programmazione nazionali e internazionali e chi già produceva colonne sonore e SFX per cinema e videogame, così come anche per i nostri animatori. Ma la nostra prima, vera esperienza produttiva è stata con Invader Studios.
C’è qualche studio di sviluppo che, agli inizi della vostra carriera, vi ha in qualche modo ispirato?
Il nostro solo ed unico riferimento è ed è sempre stato Capcom, e per ovvi motivi, ma ci sono moltissimi studi anche più giovani o piccoli della major giapponese che ci hanno ispirato e dei quali cerchiamo di ripercorrere le orme a modo nostro. Ci auguriamo di raggiungerne anche il medesimo successo con i nostri prodotti.
Che opinione avete del settore dell’industria video-ludica?
Estremamente positiva. In Italia, nonostante le tante difficoltà per un settore così giovane e che si integra non con poche difficoltà in un sistema piuttosto complesso, ci sono sempre più studi che producono titoli di qualità. Era ora che anche il nostro paese iniziasse a muovere i primi passi nell’industria in via definitiva, anche se va riconosciuto il merito alle ormai grosse società che già da anni portano in alto la bandiera italiana nel mondo e che solo 15 o 20 anni fa potevano definirsi pionieristiche.
Quale è il genere video-ludico che preferite?
Senza dubbio il survival horror, per ovvi motivi. Ci ha sempre guidato, prima come fan e videogiocatori, e ora come sviluppatori. È questo il genere che ci ispira di più, a livello creativo e tecnico, e ci auguriamo che Daymare: 1998 possa rappresentare al meglio la nostra visione.
Cosa ne pensate dell’odierna offerta video-ludica?
Ampia e variegata. Ci sono titoli che rispondono ad ogni necessità, e quando c’è così tanta scelta e competitività, non è mai un male né per chi produce né per chi compra.
Che cosa ne pensate della correlazione gioco=violenza?
È un argomento estremamente delicato e sensibile, soprattutto visto il peso che sempre più stampa generalista sembra volergli dare in questo periodo. A nostro parere, ci sono delle regole che vanno rispettate, una su tutte quella relativa alla vendita di determinati prodotti a persone di una certa età, ma è pur vero che è difficile credere che possano essere solo i videogiochi a poter plagiare qualcuno tanto da condurlo a determinate azioni. Esiste la violenza nel cinema così come nei videogiochi, spesso può essere correlata o meno ad eventi tragici, ma non sempre. Certo è che deve esserci un controllo e del buonsenso nel tipo di violenza presentata in un videogame, perché quella del tutto gratuita o fuori contesto non è accettabile in nessun ambito figurarsi in questo.
Attualmente siete al lavoro su qualche nuovo progetto?
Stiamo finalizzando al meglio Daymare: 1998 al momento, anche se sì, abbiamo già le idee chiare sul futuro. Non possiamo dire di più, ma non vediamo l’ora di poter annunciare il nostro prossimo titolo!!
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