Salve GameHz,
sicuramente la maggior parte di voi, nel vivere o nell’aver vissuto una relazione con un’altra persona, ha creato con questa un legame fatto anche di piccoli particolari venuti fuori nelle prime fasi della relazione, poi rimasti nel tempo: un gesto specifico, un oggetto o addirittura un luogo. Bene, Maquette mette in risalto proprio questi particolari e lo fa attraverso un puzzle game, all’interno del quale vivremo momenti “alti e bassi”, letteralmente.

Prima di andare a vedere nel dettaglio come si comporta Maquette, diamo qualche informazione sul gioco. Maquette è puzzle game in prima persona ricorsivo disponibile su tutte le piattaforme, sviluppato da Graceful Decay (al loro primo lavoro) ed edito da Annapurna. Il giocatore controlla Michael che rivive una relazione passata con Kenzie, risolvendo enigmi utili a progredire attraverso i loro ricordi. La storia del gioco è raccontata attraverso dialoghi e note sparse per il mondo. In ogni capitolo, il giocatore entra in un nuovo ambiente della storia ed al centro di esso si trova appunto un modellino dell’ambiente stesso. Quando si posizionano oggetti del mondo di gioco all’interno del modellino, quell’azione si riflette nel mondo esterno. Il giocatore dunque, posiziona oggetti per accedere a nuove aree o trovarne altri.


Micheal e Kenzie

Sappiamo che l’amore nei videogiochi è stato raccontato in diversi modi, ma che lo si faccia con un puzzle game è sicuramente una cosa nuova ma soprattutto emozionante. 
Si tratta di una storia semplice: un ragazzo di nome Micheal incontra Kenzie e dopo essersi innamorati l’uno dell’altra e aver cominciato la loro relazione, iniziano lentamente a comparire le prime crepe che piano piano fanno crollare tutto. 
Il gioco inizia in un vasto giardino botanico di notte, mentre i pensieri di Michael appaiono sullo sfondo coloratissimo nel momento in cui ricorda di aver trovato il vecchio album da disegno che lui e Kenzie condividevano quando erano insieme. Quando il libro viene aperto alla fine di questa scena, l’azione si sposta nel primo mondo e la storia torna all’inizio della relazione tra Kenzie e Michael, quando si sono appena conosciuti.

Oltre all’ottima recitazione, Maquette è costellato di brani cantati da artisti locali e composizioni originali del direttore audio Cody Predum. Le canzoni, che per lo più sono all’inizio di ogni capitolo, si adattano bene ai temi del gioco. In generale, la musica e l’uso leggero degli effetti sonori (il cinguettio di un uccello, il rumore dei passi) contribuiscono positivamente a una produzione uniforme. Inoltre, i continui cambi di dimensioni appaiono come continui colpi che le emozioni assestano, facendoci cosi vivere momenti in cui ci sentiamo giganti e altri in cui vorremmo scomparire.

Maquette

Maquette, una storia d’amore raccontata attraverso un puzzle-game

Essendo un puzzle-game, l’interazione con il mondo di gioco è limitata. Come già anticipato, il mondo di Maquette è ricorsivo, il che significa che ogni capitolo ha due versioni dello stesso ambiente: quella reale e una più piccola ricreata sotto forma di modellino (che è esattamente il nome del gioco). Ogni azione che si compie nel piccolo si rispecchia in quella più grande. Quindi, se sposteremo un cubo piccolo per formare un ponte nel modello, comparirà un cubo gigante che ci darà accesso a una nuova area. L’opposto accadrà se si lascia cadere il cubo anche nell’area reale.

L’unico obiettivo per ogni capitolo è semplicemente quello di passare al successivo. Gli oggetti possono essere portati tra le mani per essere trasportati da un’area all’alta. Questo potrebbe sembrare abbastanza facile a dirsi, anche se nella pratica abbiamo riscontrato qualche problema proprio inerente alla risoluzione degli enigmi e alla posizione degli oggetti nello spazio, ma spieghiamo meglio.

Per quanto riguarda i primi, ce sono un bel pò ai quali mancano proprio un’indicazione o una piccola spiegazione su come proseguire, cosa che nel tempo inizia un pò a confondere le idee.
In merito agli oggetti, ci sono volte in cui bisogna spostarsi in un’angolazione specifica affinché il comando per raccoglierli venga riconosciuto. Altre volte, gli oggetti rimangono incastrati all’interno del modellino e bisogna ricorrere ad un pò di pazienza per recuperarli. Altre volte ancora, si ha a che fare con dei cristalli che bisogna trasportare da un punto specifico ad un altro per avanzare: peccato però che il gioco non spieghi che, tenendo sempre in mano un cristallo, all’improvviso si possa entrare in un’area altrimenti bloccata; ovviamente lo scopriamo solo se ci passiamo accidentalmente. Un suggerimento un più non avrebbe fatto male.
Quindi, tutte queste mancanze e queste dinamiche poco aggraziate vanno a stridere con l’ambiente di gioco decisamente molto scenografico, pieno di colori e carico di emotività.

Maquette

Le cose possono finire

Il passaggio tra grande e piccolo è ben costruito: non è netto, non è freddo ma ben studiata e si integra bene con la trama; in sostanza, il gioco ti vuole portare a capire il motivo di questa rottura ma non lo fa in maniera piatta, tutt’altro.

Certo, la storia rimane sempre prevedibile e si capisce sin dall’inizio come andrà a finire però comunque rimaniamo invogliati a capirne l’evoluzioni e le relative conseguenze, grazie proprio ai dialoghi tra i personaggi e all’ambiente di gioco (che cambia nei colori in base alla fase della relazione).

Concludendo…

La bellezza di Maquette è che riesce a farti immergere lentamente in una storia per poi farci riemergere dopo circa tre ore. Abbiamo iniziato e finito il gioco in un pomeriggio e siamo sprofondati nel suo focus. Anche dopo la fine di una relazione (ma può trattarsi anche di altro), quando sembra che tutto stia precipitando senza fine, gli esseri umani riescono a trovare un modo per ricominciare. Non grazie ad una storia nuova, ma attraverso i ricordi felici che rimangono.

Maquette

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