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Stadia, piattaforma cloud gaming di Google, ha deciso che chiuderà il suo studio di sviluppo interno, questa decisione è da attribuirsi ad un dispendio di risorse oltre il budget previsto.

Nonostante ciò, Phil Harrison, rassicura gli utenti garantendo la continuità degli altri servizi offerti da Stadia e anche che lascerà comunque la piattaforma aperta a nuovi titoli third party.

Stadia: un disastro annunciato?

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Quando Stadia è stato annunciato, il 19 Marzo 2019, doveva essere la rivoluzione del gaming casalingo, chiunque avesse una connessione Internet, avrebbe potuto giocare in streaming a tutti i giochi che voleva semplicemente pagando un abbonamento.

noltre, aveva un altro grande progetto: avere in casa uno studio di videogiochi che creasse titoli first party in modo da avere anche sulla sua piattaforma delle esclusive, ma a quanto pare qualcosa è andato storto.

Il mercato del videogioco è enorme e più complesso di quanto nessuno possa mai immaginare, inoltre è in continua evoluzione, siamo partiti dai cabinati al bar e ora basta una connessione internet per giocare comodamente seduti a casa.

Tuttavia, i colossi del mercato hanno un marketing molto aggressivo, è difficile fare a spallate per ritagliarti la tua parte ed è questo che probabilmente ha affrontato Google Stadia.

Stadia: cosa succederà ora?

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Queste le parole di Phil Harrison, vicepresidente di Stadia, consultabili sul blog ufficiale di Google: ”What does this mean if you’re a current or future Stadia gamer? You can continue playing all your games on Stadia and Stadia Pro, and we’ll continue to bring new titles from third parties to the platform. We’re committed to the future of cloud gaming, and will continue to do our part to drive this industry forward. Our goal remains focused on creating the best possible platform for gamers and technology for our partners, bringing these experiences to life for people everywhere”

Riassumendo, noi giocatori non subiremo in prima persona questo cambiamento, infatti tutti i servizi offerti da Stadia fino ad ora, verranno mantenuti e portati avanti, Phil Harrison crede fermamente che l’industria del cloud gaming sia ancora gli inizi e Google vuole portare questa esperienza a tutti.

Nel pratico saranno due gli studi Google che chiuderanno, ovvero Montreal e Los Angeles, per un totale di 150 dipendenti, tra i quali figuravano anche ex dipendeti Ubisoft ed EA.

Stadia: le mie considerazioni

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Personalmente avevo più aspettative per lo studio agli inizi ma, a mio malincuore, il cloud gaming sta prendendo molto piede e molti colossi stanno sfruttando questo tipo di servizio per entrare nelle case dei videogiocatori.

Io e tutti i reduci degli anni ’90 e precedenti, dubito che smetteremo mai di comprare copie fisiche, anche perché l’emozione di aprire una custodia e trovarci dentro il tuo gioco nuovo non ha prezzo.

Invece, per quanto riguarda il progetto di titoli first party, poteva essere vincente, ma i costi sono altrettanto alti e devi avere comunque una rete di sicurezza nel caso vada male, a quanto pare il gioco non valeva la candela e quindi, Google, ha deciso di mettere da parte questo progetto.

Il fatto che Stadia rimanga come piattaforma per titoli third party risulta comunque vincente, basti vedere come recentemente ha gestito il lancio di Cyberpunk 2077, che su PC, Playstation e Xbox risulta colmo di bug e glitch, invece su Stadia è risultato stabile e con una qualità grafica da PC top di gamma, a patto di avere una connessione in grado di reggerla.

Questo è un altro ostacolo che Stadia e le altre piattaforme di cloud gaming dovranno superare in futuro data la scarsa copertura di una connessione internet veloce a livello territoriale.

Cosa ne pensate?

La chiusura di questo studio sarà un brutto colpo per Google?

Aspettavate qualche novità da parte dei titoli first party?

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