GTSSalve a tutti cari followHz,


come vi ho già detto in passato, quando ho scoperto l’universo esportivo ero sostanzialmente scettico non riuscendo a capire cosa ci fosse di così divertente nel guardare terze persone che giocano, poi ho capito e parte della risposta è arrivata da Gran Turismo Sport, un gioco che a due anni dal suo esordio sul mercato ha cambiato faccia senza tradirsi e soprattutto senza tradire la sua fan base.
Non c’è dubbio che appena uscito, Gran Turismo Sport avesse qualche problema in termini di contenuti, almeno in single player. Inizialmente, l’assenza di una vera e propria carriera ha deluso molti fan i quali dopo qualche week-end di prova con sfide di ogni sorta, gare a base di sportellate in modalità Arcade, avevano la sensazione che qualcosa continuasse ugualmente a mancare.
In difesa del titolo c’è da dire che il programma prioritario di Polyphony, mai nascosto dalla software house era quello di iniziare a creare un nucleo di piloti virtuali pronti a sfidarsi online, anche a costo di deludere i fan storici.
Ed eccoci arrivati a Natale 2018, quando finalmente è arrivata la tanto agognata e nostalgica modalità carriera con l’aggiunta di ben 102 auto e 32 percorsi a far felici i fan di vecchia data.
GTS2In questi due anni, grazie anche alle dichiarazioni d’amore di Yamauchi al mondo dell’automobilismo ha trovato una forma compiuta anche in single player, nonostante questo aspetto del gioco resti sempre e soltanto accessorio rispetto al suo focus principale che sono le competizioni online.

Adesso cari followHz facciamo un passo indietro di quattro anni e andiamo alla conferenza tenuta da Sony al Games Week parigino del 2015: in quella circostanza si spinse molto sulla partnership con la Federazione Internazionale di Automobile (FIA) che ha portato poi all’ingresso ufficiale nel panorama esportivo che dura da allora sotto un marchio (FIA) molto importante.
Sin dall’uscita, il pregio di Gran Turismo Sport è stato quello di offrire un’esperienza di gara online solida, con dei limiti precisi, ma un regolamento chiaro, che prevede penalità da scontare strategicamente in pista.
GTS4La bellezza e la grandezza di questa modalità sta anche nel fatto che è possibile vivere l’emozione  di una gara anche in relazione ai tempi prestabiliti (se non arrivi in orario non corri), con le regole esatte ed un matchmaking che non crei stress a nessuno.
Come abbiamo detto prima, questo titolo ha nel tempo dato vita ad uno zoccolo duro talmente accanito (mi riferisco alla parte on-line) da attirare appunto l’attenzione di alcuni investitori (che annoverano dei piloti tra loro) i quali non hanno esitato ad investire in Academy per piloti e-sportivi facendo si che la stessa FIA inserisse a calendario delle competizioni esportive ufficiali.

Cari followHz, non mi perdonerò mai il non aver creduto dall’inizio al mondo vasto e seguitissimo degli esport, del quale comunque oggi subisco il fascino incredibile.

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