Ciao a tutt*, FollowHz!

La vostra psicologa di fiducia oggi vi propone una riflessione sulla professione di streamer, l’evoluzione dello Youtuber resa possibile grazie alla piattaforma di streaming Twitch (sapete già che abbiamo un canale, vero?).

Per chi, come me, ha scoperto la piattaforma durante il lockdown dello scorso anno, può essere utile qualche informazione in più, anche per inquadrare al meglio ciò di cui andremo a parlare più avanti.

Cos’è Twitch

Sarò breve anche per non annoiare chi questa piattaforma la conosce bene: Twitch.tv è una piattaforma (di proprietà di Amazon) di livestreaming; una sorta di televisione con programmi trasmessi in live da qualsiasi parte del mondo e su qualsiasi argomento.

È famosa soprattutto fra le persone appassionate di videogiochi, diventando famosa come leader nel settore eSport; oggi, invece, sebbene la sua fetta più grande di spettatori e spettatrici rimanga legata al gaming,  si possono trovare contenuti riguardanti qualsiasi argomento: libri, cultura, “just chatting” (un tipo di rubrica di chiacchiera prevista da Twitch) su musica e serie tv, podcast e chi più ne ha più ne metta.

Soprattutto, però, Twitch prevede un programma partner simile a quello già previsto da Youtube: grazie alla pubblicità all’interno delle trasmissioni e agli abbonamenti di chi fruisce dei contenuti, gli (e le) streamer possono avere un guadagno dai propri canali, anche grazie alle donazioni individuali.

Cosa è successo recentemente su Twitch?

Una streamer (di cui qui non si riporta il nome per evitare ulteriori shitstorm nei suoi confronti) ha recentemente bannato dal suo canale alcuni spettatori e alcune spettatrici. Per quale motivo? Le loro donazioni erano, a suo dire, troppo basse, arrivando a definirli – in live – disgustosimorti di fame.

Indipendentemente dal valore economico di queste donazioni “troppo basse”, sono stati criticati, per ragioni facilmente comprensibili, il tono  e le parole utilizzate dalla streamer in questione, arrivando a creare dei Thread su Twitter, anche molto diversi fra loro.

Se, infatti, da un lato abbiamo una vera e propria critica costruttiva (per quanto possa essere costruttiva una critica non rivolta alla persona in questione ma diffusa a caso sui social) rivolta a toni, modalità e parole scelte; dall’altro lato abbiamo una serie di botta e risposta piuttosto interessanti.

Un utente scrive (grassetti e corsivi miei):

Mi sta bene che le ragazze facciano le loro cose su Twitch, ma questa ragazza non dovrebbe avere il permesso di avvicinarsi alla piattaforma; potrebbe essere ubriaca ma, andiamo, è ignobile.

Al che un’utente risponde, retwittando:

Continua così, regina! È divertente vedere come accettiamo questo atteggiamento da *** ma quando viene messo in atto da una ragazza diventa ignobile.

È indubbio che le ragazze, quando svolgono la professione di streamer, vengano prese meno sul serio rispetto ai loro colleghi uomini e, soprattutto, come in altri contesti, debbano sottostare a determinati standard, creando delle polarizzazioni.

Twitch streamer

Come sono le streamer girl?

Premetto che il termine “streamer girl” mi infastidisce tanto quanto boy scout e che, per questo, preferirò utilizzare semplicemente “streamer”, con la differenza di genere data dall’articolo.

Le streamer sono sottoposte a diverse critiche e giudizi:

  • fanno visualizzazioni (e soldi) perché sono mezze nude;
  • se rimangono vestite è normale che faranno meno views delle loro colleghe che rimangono mezze nude;
  • se sono mezze nude non sanno giocare;
  • se sanno giocare sono racchie
  • ….

Tutto ciò che vediamo nel mondo del lavoro fuori dalle piattaforme online e social (quindi escludendo le streamer e le influencer) si riflette, però, su queste stesse piattaforme. La donna che viene vista come oggetto e che può fare ciò che vuole finché rimane in determinati standard è la stessa donna sia on che offline. I meccanismi sociali non cambiano fra i due mondi: virtuale è reale, anche e soprattutto per quanto riguarda le dinamiche psico-sociali.

Proprio per questo, però, si deve contestualizzare

La streamer in questione, infatti, ha sicuramente sbagliato i toni, le parole e le modalità (ricordiamoci sempre che i giudizi parlano di chi li esprime, non di chi li riceve); eppure c’è un aspetto che non è stato preso in considerazione: la professione.

Possono non piacere i contenuti di una persona, possono non piacere le sue modalità, possono esserci numerose e infinite motivazioni per cui non vogliamo donare i nostri soldi a uno (o una) streamer.

Però, quando andiamo da una persona che svolge la libera professione ci affidiamo alla sua professionalità e alla sua competenza. E sarà quella persona a dirci quale sarà la sua tariffa.

Twitch operaiSe, domani, la professione di streamer su Twitch potesse avere un suo tariffario professionale, non sarebbe corretto? Non darebbe ancora più valore a chi crea contenuti per lavoro?

Il tempo di chi crea contenuti non ha valore tanto quanto quello di chi svolge la professione di idraulic*, di insegnante, di psicolog*?

Fatemi sapere che ne pensate, sono curiosissima!

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giulia.lausi
Ciao a tutt*, Sono Giulia, dottoranda, psicologa ed interessata al femminismo e alla parità di genere. Ho scoperto 4GameHZ da uno schiavista di nome Massimiliano. Scrivevo senza videogiocare e con il tempo ho scoperto che videogioco pure, spesso senza saperlo. Sono capo scout ormai da qualche anno, scrivo per diletto, provo a fare mille cose ma senza un Giratempo spesso è più difficile del previsto. Adoro le serie tv, potrei fare il rewatch di Friends ogni mese (e non è nemmeno la mia serie preferita), ho dovuto comprare un Kindle perché nella mia camera non c’era più spazio per me a causa del gran numero di libri. Credo fermamente che facendo cultura si possa cambiare il mondo, quindi provo a cambiare il mondo uno spiegone alla volta (e anche con gli shampoo solidi ma non credo sia questo il posto per metterci anche a parlare di questo).

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