Salvissimamente salve e benvenuti FollowHz in un nuovo episodio de “Le Storie del Corvo”!

Attualmente c’è un numero piuttosto alto di videogiochi che, per un verso o un altro, hanno tratto ispirazione dalla storia e dalla cultura riguardante i vichinghi, il mitico popolo del settentrione che, tra la fine dell’VIII e i primi del XII secolo e.c. ha solcato i mari dell’Europa settentrionale mettendone a ferro e fuoco le coste lasciando un marchio indelebile in uno dei capitoli più tragici e affascinanti della sua storia.

Viking Army or War band 4178401 1920C’è ne davvero per tutti i gusti di giochi sui vichinghi e per tutte le tasche, dagli action adventure come lo splendido Hellblade: Senua’s Sacrifice (di cui avevamo segnalato l’uscita su Switch  qui) a monumentali RPG a mondo aperto come il 5° capitolo di The Elderscrolls, Skyrim, passando per l’angosciante avventura horror Through the Woods del defunto studio indie Antagonist Games, tutti titoli diversissimi tra loro eppure accomunati dall’aver attinto dalla medesima fonte, ovvero l’immenso corpus di miti, leggende, racconti e vicende storiche riguardanti gli antichi abitanti della Scandinavia, luogo che ancora oggi a tratti riesce a esercitare un fascino particolare come pochi altri al mondo.

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In questa occasione non si andrà a trattare delle imprese degli Dei di Ásgarðr, di Óðinn in sella al suo destriero Sleipnir dalle otto zampe, delle battaglie dell’eroico Þórr contro i giganti di Jǫtunheimr, degli inganni di Loki, della bella Freya, dell’impavido Týr o del tragico destino del buon Baldr.

Sarà presso Miðgarðr, il regno degli uomini, dei vichinghi, il mondo dove noi tutti viviamo, che si svolge il racconto di oggi.

HRAFNKELS SAGA: COMINCIA IL RACCONTO SUI VICHINGHI

runestone 3121854 1920Una storia incentrata sulla vita di un uomo, uno dei primi abitanti dell’Islanda, la terra gelida dove il ghiaccio dei poli e la pietra forgiata dal fuoco del cuore incandescente della terra si incontrano, luogo nel quale quel grande patrimonio di miti e leggende sugli Dei antichi, gli Elfi, i Nani e i Troll si è potuto conservare fino ad oggi.

Si tratta di una delle più celebri tra le “Saghe degli Islandesi”, la “Hrafnkels Saga  freysgoða”, attraverso la quale viene descritta la vita dei primi abitatori dell’isola più di undici secoli fa, un mondo duro, feroce, eppure seducente nella sua spietatezza primordiale.

Una storia questa dove il protagonista, Hrafnkell attraversa le fasi della propria vita passando dalla fede negli Dei alla disperazione per l’annientamento del propria casa, alla disillusione fino a una rinascita carica di rinnovata consapevolezza.

Dunque ecco qui di seguito, o lettori, il testo del racconto di “Hrafnkell sacerdote di Freyr ”.

Hrafnkell sacerdote di Freyr: La sua storia

Al tempo di re Harald bella chioma vi era un uomo, il quale viaggiò con la propria nave fino in Islanda approdando a Breiðdal, il suo nome era Hallfreðr. Breiðdal è una zona rurale al di sotto di quella di Fljótsdalr.

A bordo della sua nave c’erano sua moglie e suo figlio, di nome Hrafnkell l’alto, che all’epoca aveva quindici inverni, un giovane uomo pieno di aspirazioni e dal buon temperamento.

In quel luogo Hallfreðr  stabili la propria dimora. Durante l’inverno morì una domestica di di origine forestiera, chiamata Arnthrúðr; da lei deriva il nome del luogo noto come Arnthruðr-staðir.

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In primavera Hallfreðr trasferì la propria casa a nord sopra la zona della brughiera e edificò una una dimora presso un luogo noto come Geitdalr.

Una notte sognò che un uomo veniva da lui e gli disse: “Là tu giaci, Hallfreðr, è questa è una cosa davvero poco assennata; sposta la tua casa verso ovest attraverso il Lagarfljót, perché lì ti aspetta tutta la tua fortuna”.

Al suo risvegliò fece rapidamente spostare i propri stabilendosi sul promontorio al lato opposto della valle di Rangá, in un che da allora è stato chiamato Hallfreðr-staðir, e lì dimorò trascorrendo serenamente la sua vecchiaia.

Separandosi dalla sua precedente dimora Hallfreðr aveva lasciato dietrò di se una capra e un ariete e lo stesso giorno in cui partì, una frana travolse la casa, e lì i due animali finirono per perdersi.

Da qui il nome Geitdalr, che questo luogo ha portato da allora.

Una delle costruzioni dei VichinghiHrafnkell aveva l’abitudine di cavalcare attraverso le brughiere durante le stagioni estive. In quel periodo la zona di Jökuldalr era  abitata fino al punto dove iniziava il ponte. Una volta Hrafnkell risalì lungo la Fljótsdalhérað e vide che vi era una valle deserta estendersi oltre Jökuldalr, e gli sembrò un luogo dove stabilirsi migliore di altre valli che aveva già visto in precedenza.

E quando tornò a casa, chiese a suo padre di dividergli la sua parte di proprietà, dicendo che aveva intenzione di edificare una propria abitazione nella valle.

Questo gli venne concesso da suo padre e nella valle che aveva scoperto si costruì una dimora, che chiamò Aðalból.

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Poi Hrafnkell prese per moglie Oddbjörg, figlia di Skjaldúlfr, da Laxárdalr, con il quale generò due figli, il maggiore di nome Thórir, il più giovane Ásbjörn.

Quando Hrafnkell ebbe consacrato per sé la terra di Aðalból, tenne una grande festa e sacre celebrazioni furono indette.

Hrafnkell non amava nessun altro Dio al di fuori di Freyr, e per lui faceva offerte di tutte le cose migliori che aveva, dimezzando così metà dei propri averi.

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Hrafnkell stabilì il proprio dominio sull’intera valle, concedendo terre ad altre persone, a condizione di essere riconosciuto come loro capo; e fu così assunse la carica di gran sacerdote presso di loro.

A causa di questo il suo nome venne  accresciuto divenendo noto come Freysgoði.

Hrafnkell era un uomo poco avvezzo alla disciplina e all’autocontrollo, ma nonostante ciòsi dimostrò un uomo a modo.

Egli stabilì la propria autorità di sacerdote su tutti gli uomini di Jokuldalr.

Hrafnkell si mostrava mite e gentile con la sua stessa gente, ma duro e irascibile verso gli uomini di Jokuldalr, dato che i suoi abitanti non avevano mai mostrato lealtà verso di lui.

church 2478482 1920Si dava molto da fare nei duelli, e per nessun uomo pagava una somma di riscatto, e nessuno mai ne richiese a lui, qualunque cosa Hrafnkell avesse fatto.

La terra attorno a Fljótsdalr è difficile da attraversare, tanto è scoscesa e  piena  di rocce. Nonostante questo  padre e figlio viaggiavano spesso a cavallo per vedersi, perché forte era il legame d’affetto che li legava.

Hallfreðr considerava che la via principale fosse troppo impervia da attraversare, così cercò una nuova strada sulle colline, le quali costellavano le contrade di Fljótsdalr, dove ne trovò una più secca, sebbene più lunga, che da allora è stata chiamata il “cancello” di Hallfreðr. Solo coloro che hanno più familiarità con Fljótsdalr percorrono questa strada.

I vari personaggi che arricchiscono la saga

La storia poi narra che vi era un uomo di nome Bjarni, il quale abitava in una fattoria chiamata Langarhús, presso Hrafnkelsdalr. Era sposato e aveva generato figli con sua moglie, uno dei quali si chiamava Sámr, l’altro Eyvindr, uomini buoni e dalle grandi potenzialità; Eyvindr rimase a casa con suo padre, ma Sámr si era sposato e aveva la sua dimora sul lato settentrionale della valle in un luogo chiamato Leikskálar, e possedeva molto bestiame.

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Sámr era un tipo turbolento, esperto in diritto; ma Eyvindr divenne un viaggiatore e andò in Norvegia, dove dimorò per il primo inverno; di là si spostò ulteriormente visitando terre straniere, arrivando infine a soggiornare a Costantinopoli, chiamata Miklagarðr, dove fu giustamente ricevuto con onore dal re greco, e dove, per un po’, trascorse il suo tempo.

Di tutti i suoi averi ce n’era uno per il quale Hrafnkell aveva una predilezione più grande di qualsiasi altro.

Questo era un cavallo di un colore roano, che chiamava “Freyfaxa”. Diede in dono al suo amico Freyr la metà di questo cavallo, ed era tanto affezionato alla bestia che fece solenne voto che avrebbe ucciso chiunque avesse tentato di montarvi sopra senza il suo permesso.

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Vi era poi un uomo chiamato Thorbjörn, fratello di Bjarni, che abitava in una casa a Hrafnkelsdalr, chiamata Hóll, situata dall’altra parte della valle proprio di frote a Aðalból, sul lato orientale. Thorbjörn era un uomo di scarsi mezzi, ma di molte bocche inutili. Il maggiore dei suoi figli si chiamava Einarr; era un uomo alto e dalle maniere impeccabili.

Accadde così una primavera che Thorbjörn disse a Einarr che avrebbe fatto meglio a cercare di assicurarsi un posto per sé; “Perché”, disse, “non ho bisogno di più lavoro di quello che può essere fatto dalle mani che sono già qui, ma troverai sicuramente facile risolvere  la tua situazione, capace e abile come sei.

Non è per mancanza d’amore che ti invito così ad andare via, perché tu sei per me il più utile di tutti i miei figli; ma è a causa dei miei piccoli mezzi e della mia povertà. 

Gli altri miei figli devono crescere e maturare come lavoratori, ma quanto a te, riuscirai più facilmente di loro a trovare un posto dove risiedere”.

Einarr rispose: “Troppo tardi me lo hai fatto sapere, perché ora tutti i luoghi e le contrade, almeno quelli migliori, sono già tutti occupati, e ritengo sia una cosa indesiderabile dover accettare solo il peggio.”

Un giorno Einarr prese il suo cavallo e andò ad Aðalból, dove Hrafnkell sedeva nella sala dei banchetti.

Hrafnkell porse calorosamente il proprio saluto all’ospite e questi, dopo avergli illustrato la propria situazione, gli chiese di poter alloggiare presso di lui.

 

(Continua…)

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Immagini tratte da: (Pixabay, Valeriiiavtushenko, Vinding, Garyuk31, Michael-Li , Pjfjellstrom, Federicoghedini, Lucdecleir, David Mark, Mustangjoe).

Fonti scritte tratte da:  Sagadb.org Hrafnkels Saga  freysgoða, Hrafnkels saga freysgoda en, Hrafnkels saga freysgoda de.

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