Salve a tutti i nostri Retrolovers!

Diciamocela tutta, Natale è un giorno assolutamente unico e speciale, lo è ancora oggi che ho superato i 45 anni, figuriamoci quando ero un bambino!

E’ sempre stato un giorno diverso dagli altri, ritrovarsi con tutta la famiglia a pranzo, sentire i profumi del Natale; una miscellanea tra cibo, il profumo del muschio del presepe e della carta dei regali, senza dimenticare quel meraviglioso mix di cannella ed arancia che ti accende tanti ricordi oltre al tepore della casa, che in quei giorni ti faceva “letteralmente” sentire abbracciato dalla felicità.

I profumi restano “scolpiti” nella memoria, incontrando un certo profumo, mi ritorna immediatamente alla mente quell’istante del mio passato in cui mi aveva particolarmente colpito, una sorta di dejavu o “flash”, ma rivolto ad un’esperienza già vissuta; bastava avvicinarsi all’albero e sentivi quell’aroma, un miscuglio tra polistirolo, muschio, cavi, lampadine, quasi impossibile da descrivere, ma molto chiaro nella mia testa.

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Visto che il profumo in casa non era mai abbastanza, mia madre aggiungeva l’ennesima essenza; negli umidificatori dei caloriferi qualche goccia al “pino silvestre” e anche questo aroma si diffondeva ovunque.

Ogni anno si scendeva in cantina per recuperare gli scatoloni dove erano stati riposti gli addobbi natalizi, si aprivano e si tiravano fuori le statue del presepe, le palle di natale, le ghirlande, le candele, le luci e tantissimi oggetti da posizionare qua e la per la casa.

I profumi erano una costante, ma lo erano anche l’illuminazione del presepe e dell’albero.

Dopo averli preparati con tutta la famiglia mi trovavo fermo ed incantato ad osservarli, ma anche il resto della casa era illuminato in perfetto stile natalizio.

La mia mente, a questi ricordi, associa moltissime “immagini e scenari” che si possono trovare nei film natalizi degli anni ’80, un pò come nei “Gremlins”…si lo so sono strano! O in “Quella poltrona per due” o in “Mamma ho perso l’aereo” ed altri.

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La mattina di Natale, mia madre, mio padre e mia nonna, si mettevano al lavoro per preparare un delizioso pranzo tra ravioli, bolliti, cima genovese, antipasti eccezionali, dolci e creme incredibili……quella al mascarpone, cognac e caffè è qualche cosa di galattico!

Nella mia famiglia avevamo varie tradizioni, alcune famiglie aspettavano la mezzanotte per dare il via al Natale, mentre nella mia andavo a dormire alla vigilia al mio orario da pargolo circa tra le 2130 e le 2200.

La notte scorreva in fretta e al risveglio, mi fiondavo sotto l’albero, pronto ad impazzire dalla gioia; qualche tentativo di “beccare” Babbo Natale nel corso della notte lo feci, ma il vecchietto era troppo scaltro per farsi trovare!!

Parcheggiava la slitta sempre lontano e quindi non lo sentivo mai arrivare, anche le renne erano sempre troppo silenziose!

Ogni tanto nel dormiveglia sentivo un “oohhh ohhho hhooohhh”….ma avevo troppo sonno per controllare.

Da bambino, in questi momenti, ma anche in molti altri, ti sentivi il centro del mondo dei tuoi genitori, dei nonni, degli zii e da tutte le persone speciali che ti circondavano.

Era tutto speciale e magico; mi mancano moltissimo quei momenti, quando li vivi in quell’istante non ti rendi conto e pensi che vorresti crescere……… quanto di più sbagliato avresti potuto pensare……farei carte false per tornare a quegli istanti, anche solo per un momento!

La letterina faceva parte delle varie tradizioni e cercavi di prepararla per tempo, almeno il simpatico Babbo Natale avrebbe potuto provare ad esaudire i tuoi desideri, in Novembre ci si iniziava a pensarci, ma già durante tutto l’anno pensavi “Devo chiederlo a Babbo Natale”!!!!

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Ancora oggi cerco di mantenere almeno in parte qualche tradizione, in modo da rivivere questo giorno come se il tempo si fosse fermato a 20, 30, 40 anni fà, un pò come se fosse rimasto “congelato” a quei favolosi ’70 ed ’80, tranne per la letterina per Babbo Natale….che in realtà si è trasformata in un’email per mia moglie che mi dice sempre “ci penso io e poi faccio reply a babbo.natale@lapponia.com”.

“Ieri” il Natale si percepiva davvero di più, quando si aveva di meno, le tradizioni speciali lo erano proprio perchè regalavano dei momenti straordinari, irripetibili e magici, sia che fossero materiali che immateriali.

Le famiglie erano più numerose e più vicine, la tradizione era sempre rispettata, rendendo ogni Natale una copia del precedente.

Oggi siamo troppo “Amazon” oriented…….voglio e compro e di fatto il corriere si è trasformato nel “Babbo Natale” di turno.

I giorni che precedevano il Natale, in particolare negli anni ’70 ed ’80 erano straordinari, passeggiavi tra le luci della città, i profumi del cibo e tra le vetrine dei negozi perfettamente preparate per attirare più sguardi possibili.

Suoni, rumori, musica, persone e i sempre presenti profumi che ti circondavano ad ogni passo.

Ci si prepararava ai regali, si pensava ai regali, l’atmosfera era davvero unica.

La modernità di questi anni, internet, smartphone e tutto il resto hanno tolto un bel pò di magia, almeno in parte di quella che si respirava.

Parlavo di vetrine e negozi pronti al Natale, beh, videogiochi e le console stavano gradualmente invadendo i negozi di elettronica, non trascorreva un giorno che non mi ritrovavo davanti ad una vetrina a guardare l’ultima console o l’ultimo videogioco uscito, tutto era cosi “terribilmente” perfetto e fantastico.

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La letterina era già partita; da bimbo nonostante una chiara passione per questi nuovi oggetti elettronici, soprattutto sino a 5/6 anni, esprimevo il mio desiderio con “mi piacerebbe ricevere un videogioco”, una frase molto generica, non ero ancora cosi preparato e specifico per chiedere cose particolari, anche perchè negli anni ’70 non erano ancora disponibili un “Pac Man” o un “Asteroids” o almeno stavano per esserlo, ma io non ero cosi informato…..

I giocattoli “classici” erano più semplici da descrivere, nella letterina ci finivano:

Il “Robot di Goldrake”, il “Monopoly”, il “Registratore Mangiacassette”(gli walkman dovevano essere ancora inventati), “l’orologio da polso digitale”, “Indovina Chi”, “Il piccolo chimico”, “Paroliamo”, “il microscopio”, “la cassetta delle canzoni dei cartoni animati”, il “Das”, i “Lego”, la pista “Polystil”, il “Trenino della Lima”, i “Trasformers”, “Forza 4”, “I trasformers”, “I Puffi”, “I Micronauti”, “La macchina telecomandata”, “il Puzzle”, “Cristal Ball”, “il pallone”, “i soldatini”, “Il meccano”, “il pongo” e cosi via con chissà quante altre idee….ma i videogiochi per ora erano “un videogioco”, che poi volesse dire una console o un videogioco per me era uguale; volevo provare questi nuovi giocattoli che arrivavano direttamente dal futuro come se stessi guardando un film come “Tron”, come “Star Wars”…………

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Fortunatamente mio padre era esperto di queste tecnologie, senza dimenticare che era anche un buon amico di Babbo Natale; si mettevano d’accordo davvero per bene, in modo da rendermi felice (se avevo fatto il bravo durante l’anno!).

Natale del ’78…., aprivo gli occhi, mi svegliavo, correvo sotto l’albero ed iniziava la magia.

Numerosi pacchi natalizi erano li attendermi, multicolorati, pieni di fiocchi e biglietti d’auguri.

Ero totalmente “rapito” dall’emozione e dall’eccitazione di quello che mi trovavo di fronte che non riuscivo a trattenermi dalla felicità.

Mi siedevo a terra tra i pacchi e in mezzo alle mille luci che mi circondavano, aspettavo pazientemente che arrivassero i miei, mio padre mi indirizzava sapientemente verso i pacchi giusti, in modo che ci fosse un salendo di emozioni…….

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Scartavo lentamente il primo, ero molto preciso, aprivo il pacco lentamente senza strapparne la carta,….come un giocatore di Poker iniziavo a guardare cosa fosse nascosto all’interno, in modo da aumentare l’emozione nel vedere la sorpresa: una maglia, una bustina con 50000 lire, una macchinina telecomandata, un profumo, un orologio e chissa cos’altro…..pacco dopo pacco, arrivo ad un regalo più grande apro e “WOOOOOOOOWWWWW”.

Già la confezione era uno spettacolo, le foto descrivevano perfettamente il contenuto, si trattava di uno splendido dispositivo tecnologico di plastica nera e alcune rifiniture in alluminio a cui era collegata una TV su cui erano presenti immagini di gioco.

Non potete immaginare l’emozione di aver avuto in quell’instante, davanti ai miei occhi il mitico e leggendario “PONG”.

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Apro la confezione, estraggo la console e il resto degli accessori dal polistirolo, corro alla TV, collego i cavi; nonostante fossi piccolo ero già un discreto “tecnico”…o quasi.

Accendo la TV e l’effetto “nebbia” si presenta sullo schermo, provo a toccare un pò i comandi sulla TV, ma non succede nulla.

Non c’era assolutamente il rischio che leggessi il manuale, andavo molto ad intuito; ricontrollai tutti i collegamenti, ma sullo schermo ancora nulla.

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A questo punto mio padre, che era indaffarato in altre faccende, intervenne cercando di capire cosa stesse succedendo.

Dopo una veloce lettura al manuale, mi dice “Guarda che devi sintonizzare l’antenna al canale UHF 35 è scritto sul manuale”…………per molti poteva sembrare un’informazione strana e sconosciuta, ma per me la cosa fu chiara…..ero abituato a sintonizzare i canali TV, sui TV a tubo catodico, ogni canale aveva la sua frequenza e non esisteva alcun sistema di ricerca automatica come oggi.

Salii sulla sedia, spostai la sintonizzazione sino al canale 35 e sullo schermo apparve un’immagine, una schermata nera con dei rettangoli bianchi e uno “0 – 0” scritto in alto, l’immagine non fù immediatamente definita, visto che la sintonizzazione andava fatta perfettamente, in caso contrario l’immagine sarebbe ruotata dall’alto in basso.

La console presentava immagini in bianco e nero, anche perchè all’epoca i televisori a colori non si erano ancora diffusi e proprio attorno al ’77 / ‘78 iniziaro le prime trasmissioni a colori.

Per gustarsi un bel film a colori era necessario andare al cinema, proprio quello stesso Natale, mi portarono a vedere “Superman” al cinema, mio padre adora il genere e da lui ho ereditato la passione per la fantascienza.

Tornando alla console; dopo alcuni giorni dal Natale mio padre mise una derivazione dietro alla presa dell’antenna per evitare che restassi fulminato ogni volta che avessi collegato l’antenna alla TV!

Dopo aver acceso la console, mi mettevo a spostare i vari interruttori, che permettevano di scegliere la difficoltà, il numero di giocatori, assieme o contro il computer e cosi via.

Iniziava la partita e il divertimento era incredibile, un videogioco apparentemente semplice, non lo era, soprattutto quando la velocità dei rimbalzi aumentava e servivano dei bei riflessi!

Iniziavo a giocare e il tempo volava, incredibile quanto ci si divertisse semplicemente a muovere due rettangoli su e giù per lo schermo respingendo la pallina avversaria.

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Senza neppure accorgemente arrivava l’ora di pranzo, mia madre mi chiamava per il pranzo…e la risposta classica era “ancora 5 minuti”, quando riusciva a staccarmi dal gioco, iniziavamo il pranzo di Natale.

Finivo di mangiare ed invece di tornare alla console, iniziavamo a giocare a tombola o ad altri splendidi giochi da tavolo che andavano molto in questo periodo,  Monopoly, o il gioco dell’oca, alle volte al Mercante in Fiera o anche una semplice partita a carte.

I giochi elettronici erano entrati nella nostra vita, ma il tempo di stare assieme, di uscire e di di giocare “classivo” non mancava mai.

Nei giorni successivi, vari parenti vennero a trovarci per fare gli auguri di Natale e restavano stupiti ed incuriositi per quello strano gioco che rendeva la TV un oggetto diverso e nuovo.

Il Natale seguente, stessa scena, ma dal regalo ne usci uno splendido PhilipsVideopac G7000” sul quale potevo cambiare i giochi sostituendo le cartucce!

Aveva anche una splendida tastiera qwerty.

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Potevo addirittura scrivere il mio nome sulla tastiera per registrare il mio record!!

I giochi erano coloratissimi, veloci e bellissimi.

Potevo giocare ad un clone di Pac Man (Munchkin) e ad un bellissimo gioco medioevale (Smithereens) con cui avrei dovuto attaccare con la catapulta il castello avversario!

I giochi erano moltissimi, per facilitarne il riconoscimento ogni singolo prodotto era numerato, in modo che sarebbe bastato dire mi piacere il gioco “34” senza problemi di titoli, nomi in inglese od altro.

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Il colore su questa console era davvero una cosa mai vista, spettacolare, le TV si stavano evolvendo rapidamente, nuovo produttori e nuove tecnologie.

Negli anni si passo dalle TV Telefunken, a Phillips, sino all’arrivo degli splendidi Trinitron di Sony, schermi piatti, ma sempre sulla tecnologia a tubo catodico, rispetto ai TV tradizionali che erano a forma “semi sferica”, questi erano incredibili.

Da li a breve arriverà anche il “Televideo” oggi potrebbe essere una cosa che fa sorridere, ma all’epoca fù una vera rivoluzione, notizie in tempo reale in una singola pagina che la descriveva, quello che oggi possiamo leggere usando Twitter.

Nei giorni successivi al Natale e durante il resto dell’anno, andavo a trovare i miei compagni di scuola.

Sotto l’albero c’è chi trovava un Atari 2600, l’Intellivision, la Colecovision e cosi via….quindi si passava il resto del tempo a giocare con la propria piattaforma e andare a giocare con quelle degli amici, alle volte si partiva da casa anche con la console!

Quando si era fortunati si trovava l’amico con la stessa piattaforma e ci si prestavano i giochi, soprattutto si evitava di comprarli uguali, visto che erano carissimi (anche 100.000 lire).

Nei primi anni dalla nascita del settore delle console, le piattaforme non erano moltissime, le principali erano 3-4, molte console “secondarie” erano cloni di quelle principali.

Ma le cose sarebbero cambiate velocemente, iniziarno ad arrivare tanti modelli e la scelta tra le piattaforme si fece abbastanza “importante”, iniziava ad essere difficile sceglierne una.

Durante l’anno e soprattutto durante la stagione buona, l’estate, si partiva per le vacanze con tutto, console, giochi e TV e ci si divertiva con cugini e parenti, una delle cose più belle di questi nuovi giochi era proprio sfidarsi con qualcuno.

Natale 1982, sotto l’albero arrivò sua maestà il “Commodore 64”.

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Questo microcomputer, si trasformò in un vero amico e compagno di giochi irrinunciabile (ma ne parleremo in altro articolo), con lui imparai moltissimo, il basic, come era fatto un computer e molto altro ancora, mi diede i primi rudimenti informatici…….ricordo ancora certi comandi “Sys64730”, “Poke”……ecc ecc ecc….

In edicola si trovavano moltissime cose per aiutarti a conoscerlo, il materiale della Jackson era formidabile.

Non era semplice come le piattaforme precedenti, era necessario “programmare” ogni cosa, compreso il caricamento dei giochi.

Quel Natale, mi ricordo ancora bene quando lo collegai, mentre ero concentrato nel capire come funzionasse, mio padre mi portò una cassetta piena di giochi, avevo voglia di divertirmi, ma prima di giocare dovevo fare una cosa fondamentale!

I giochi erano caricati su cassetta…intendo proprio il tape dove normalmente si registrava la musica; scoperto il modo per far partire il caricamento di un gioco (press play on tape..ecc), avvolgevo il nastro, mettevo il contagiri a “000”, caricavo il gioco e assieme a papà segnavamo, gioco 1 da “000” a “076”, gioco 2 da “076 a “110”…e cosi via.

Devo dire che i tempi di caricamento erano lunghissimi, ma poter aspettare per giocare ai fantastici “Pole Position”, “Hunchback”, “Scramble”, “Pitfall 2”, “Decathlon” e molti altri convertiti direttamente dalla sala……ne valeva davvero la pena.

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Il 64 era davvero un microcomputer favoloso e offriva possibilità che sino alla sua uscita erano impensabili.

Avevo anche un gioco su cartuccia, che mio padre capi perfettamente che sarebbe stato uno dei miei preferiti, “International Soccer”, inserivo la cartuccia e iniziava la partita immediatamente……i giochi su cartuccia costavano una fortuna!

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Nello stesso periodo, usci il NES di Nintendo, una delle console più incredibili della storia dei videogiochi, l’aveva il mio cuginetto e ci giocavo quando andavo a trovarlo.

Dopo 4 anni di onorata carriera, il C64 andò in pensione….da li a breve sarebbe arrivata la rivoluzione.

Natale dell’86 arrivò l’”Amiga 500” e anno dopo anno, in regalo parti aggiuntive come il Drive esterno, il monitor, la stampante e cosi via.

Anche l’Amiga avrà bisogno di un bell’articolo dedicato, perchè servirebbe davvero troppo tempo per raccontarvi questo sistema davvero rivoluzionario.

In parallelo le console erano sempre più potenti, i cabinet da sala giochi ancora più, ma oramai avevo preso la strada del computer più che della console, almeno avrei potuto giocare, ma anche studiare e imparare.

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L’Amiga fù computer che iniziò ad avvicinarmi ai sistemi che usiamo oggi, mouse, finestre e una potenza incredibile.

Potevo usarlo per disegnare, suonare e fare moltissimo.

Ogni anno il livello cresceva e la mia passione per i videogiochi e l’informatica era sempre più importante, da videogiocatore mi trasformai anche in un piccolo programmatore, e via via cosi tra una partita a “Pong” “La catapulta”, “Skramble”, “Mission Impossible”, “Dungeon Master”, “Arkanoid”, “Monkey Island” iniziavo a conoscere sempre più questo mondo anno dopo anno usandoli per studiare per, lavorare e cosi via.

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Tante meraviglie e tanti meravigliosi ricordi che man mano vi racconterò nei prossimi articoli.

Iniziavo ad essere grandicello, iniziai a studiare informatica e arrivò il primo PC, un fantastico 386SX che iniziò a farmi lavorare al PC, studiare e programmare in Turbo Pascal, ma anche a giocare con dei fantastici giochi come “Wing Commander”….ma questa sarà un’altra storia.

Concludo questo articolo dicendovi, regalatevi ancora un giorno magico, almeno il 25 di Dicembre, tornate bambini, regalate questa gioia ai vostri figli o alle persone che amate.

Per un giorno, tornate bambini voi stessi e lasciate un attimo da parte lo smartphone e tutto quello che oggi ci ha fatto dimenticare l’atmosfera e l’essenza del Natale, condividere, stare assieme e vivere dei momenti indimenticabili, che per i bambini equivarrà a fissare per sempre nella loro mente queste giornate indimenticabili.

Giocate ai videogiochi con chi volete, ma godetevi questa giornata come avreste fatto a 7 anni, ricordatevi della magia del Natale.

Uscite con la famiglia, correte al parco, andate al Luna Park, respirate il profumo dei dolci, divertitevi tra le bancarelle natalizie ricordandovi di quanto è speciale questo giorno e di quanto lo era quando eravate dei bimbi.

Buon Natale a tutti!

Giorgio “Joyrayd”

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