Salve a tutti i nostri Retrolovers!

Oggi non volevo parlarvi di un videogioco in particolare, ma di un luogo dove si trovavano splendidi videogiochi, uno dei luoghi più importanti e significativi della nostra infanzia, si sto proprio parlando delle leggendarie “Sale Giochi” o “Arcade Room”.

E’ trascorso cosi tanto tempo da quando le “vivevo” che mi sembra di parlare di un’altra epoca, di un altro secolo (beh! in effetti è proprio cosi ), forse tra qualche anno le troveremo citate nei libri di storia! In certi momenti i ricordi sono talmente lontani nel tempo, che mi viene il dubbio che non siano neppure mai esistite, e anzi siano qualche cosa di mitologico…..ed immaginato o raccontanto da altri.

I primi cabinati da sala / bar apparvero attorno alla fine degli anni ’70 e si diffusero velocemente agli inizi degli anni ’80.

In questo periodo il mercato fu letteralmente invaso e conquistato da nuovi videogames e decine, centinaia di cabinet, nel giro di pochissimo tempo nelle grandi città e nelle zone di villeggiatura apparvero questi meravigliosi “reami” di aggregazione per ragazzi di tutte le età!

Luoghi in cui tutti parlavamo la stessa lingua e dove eravamo un’unica entità che all’unisono pensava allo stesso modo; mi rendo conto che visto dall’esterno questo gruppo di strani ragazzi appariva come una civiltà aliena, eravamo più simili a C-3P0 e a R2-D2 che a degli adolescenti standard, le parole e le frasi che usavamo erano spesso incomprensibili e criptiche!

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La mia vita da gamer iniziò attorno ai miei 8 / 10 anni, in particolare durante le mie vacanze estive in Toscana, più nello specifico in Versilia a Marina di Pietrasanta e a Viareggio, successivamente e attorno ai 13 / 14 anni iniziai a frequentare almeno un paio di grosse sale giochi a Genova (mitica Accademia).

Ogni estate la sala giochi di Marina di Pietrasanta si era trasformata in una tappa fissa ed irrinunciabile!

Questa sala mi appariva come un luogo magico e fuori dal tempo; quando alla sera i miei genitori decidevano di fare una passeggiata in zona, il mio entusiasmo saliva a “mille”, perchè sapevo che mi avrebbero portato in questo mondo parallelo.

In realtà in quest’area non era presente solo una sala giochi, ma altri divertimenti e passatempo, tra cui una pista di auto per bambini dove mi accomodavo dentro il piccolo abitacolo e iniziavo a girare come un vero pilota di F1.

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Non mancavano le classiche giostre dove dovevi catturare la coda del sempre presente pelouche che ti avrebbe fatto vincere un altro giro, non mancavano neppure dei giochi meccanici da strada (vi ricordate quella sorta di mobiletti in cui era presente una pista su cui giravano delle biglie e noi col volante muovevamo la stessa….).

Entravo in sala e……….ancora oggi ricordo molto bene questa grande struttura in legno verde, i pezzi di compensato erano posizionati a croce e creavano una sorta di casetta degli attrezzi.

Passeggiando e ruotando lo sguardo venivo avvolto dai suoni provenienti dai cabinet, dal rumore delle monete che cadevano ad un ritmo incessante, dalle mille luci dell’ambiente e dalla luce emessa dai monitor. Anche l’olfatto aveva i suoi benefici, grazie al profumo della pineta che si mescolava al profumo dell’elettronica.

Ovunque ti giravi vedevi questi “armadietti” in legno ricoperti da decalcomanie con i titoli dei giochi, dai personaggi e da una quantità incredibile di colori e di loghi, era tutto semplicemente incredibile e il confine tra fantasia e realtà era davvero sottile.

Queste sensazioni sono davvero complicate da descrivere, visto che fanno parte del nostro io interiore e descriverle oltre che condividerle con le parole è piuttosto complicato, chi ha vissuto in prima persona questo periodo, sicuramente si ritroverà in quello che ho descritto.

A dire il vero non tutte le sale erano cosi “eteree” ed illuminate, ma erano luoghi in cui alle volte il livello del fumo era talmente elevato che per vedere lo schermo di un cabinato sarebbero servite “un bel paio di forbici per ritagliarsi una buona visuale sul nostro videogioco preferito”, senza dimenticare l’illuminazione piuttosto cupa, le luci spesso erano molto poche e ci si trovava a camminare in corridoio scuri e bui come se ci si trovasse all’esterno durante una passeggiata notturna tra le luci al neon della città, un ambientazione alla Blade Runner…..

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Normalmente prima di entrare, cercavo di ottenere più monete possibili da mio padre (in realtà era una vera e propria estorsione), usando ogni tipo di motivazione dal “domani studio tutto il giorno”, “lavo la macchina”, “preparerò la cena”, ottenuto il piccolo tesoretto, a quel punto mi fiondavo su uno dei miei videogiochi preferiti ed iniziavo ad entrare in nuovo mondo.

Ero molto affascinato da queste tecnologie, avevo erididato la passione per l’elettronica e per l’informatica da mio padre che lavorava in mezzo a schede, integrati e tutto il resto.

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……e la partita iniziava e mi trovavo ad essere l’eroe della mia avventura; alle volte ero un avventuriero, un’altra volta un pilota spaziale, un minatore, un cowboy, una pallina gialla molto ingorda, un simpatico pinguino tra i freddi ghiacci del polo, un simpatico idraulico con un martello, un pilota, il miglior Carl Lewis alle olimpiadi, potevo essere davvero chi volevo e chi avevo sempre sognato di essere.
In sala mi divertivo con “Asteroids”, “Pac Man”, “Space Invaders, “Donkey Kong”, “Gyruss”, “Moon Patrol”, “Hyper Olympics”, “Centipede”, “Missile Command”, “Crush Roller”, “Dragon’s Lair”, “Pengo” e molti molti altri.

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Essere bravi ad un gioco richiedeva tempo, imparare e memorizzare gli schemi di gioco per battere il record della sala! Purtroppo trovavi sempre qualcuno più bravo di te nonostante ti impegnassi al massimo per superare il punteggio più alto.

Era il periodo che la bravura si misurava con i punteggi, il più forte entrava nella top giornaliera e metteva le tue iniziali sul cabinet, peccato che allo spegnimento si sarebbe perso il punteggio, visto che non veniva memorizzato sul sistema.

Si vociferavano punteggi incredibili su alcuni giochi dove tu facevi 1000 punti e altri avrebbero fatto 100000000 milioni…(da leggere con la voce del Rag. Fantozzi).

In alcune sale giochi era possibile trovare un tabellone scritto a mano, dove il gestore scriveva gioco, record e il detentore del titolo di campione.

In queste gite videogiochistiche, non mi dimenticavo neppure di giocare a qualche bellissimo Flipper oppure di ascoltare qualche canzone a volume altissimo che proveniva dai Juke Box!! Era il periodo in cui Raf con “Self Control” era ascoltatissimo, i successi del periodo si susseguivano a ritmo incessante tra i Simple Minds “Don’t you”, Gianna Nannini “Fotoromanza”, Duran Duran “Save a Prayer”….e tantissimi altri comprese le canzoni delle colonne sonore di alcuni famosi film.

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Anche il cinema aveva il suo ruolo nelle sale giochi, molti film come “Star Wars”, “Tron”, “WarGames” erano già must e ti accendevano la fantasia e la voglia di vivere queste fantastiche avventure in prima persona; i produttori di videogiochi che vedevano molto lontano, iniziaro a produrre i “Tie-In”, cioè videogiochi tratti dalle trame dei film più importanti.

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Questi giochi vivevano di riflesso il successo del film e godevano di una pubblicità indiretta e spesso erano molto apprezzati, la stessa cosa succederà sulle piattaforme casalinghe, ma questa è un’altra storia che vedremo su un prossimo articolo (ho già idea di scrivere qualche cosa sulla famosa vicenda di E.T.).

Quando scoprivi che in sala era arrivato l’ultimo videogioco, magari tratto dal tuo film preferito l’eccitazione prendeva il sopravvento e un pò di partite erano obbligatorie….per la felicità dei miei che mi avrebbero pazientemente finanziato. Se penso alle migliaia di monente buttate in questi cabinet partendo da tagli di monete più piccoli sino alle 500 o addirittura 1000 lire, oggi sarei Paperon De Paperoni!

Spostandomi in altri citta, scattava un’altra missione sala. Una volta passeggiando a Viareggio, una volta al Luna Park di Genova e in molti altri posti!! Non dimentico neppure gli stabilimenti balneari, che furono letteralmente invasi da moltissimi cabinet.

I videogiochi portavano un bel guadagno a tutti, salvo a noi giocatori che buttavamo centinaia di migliaia di monete dentro questi “COIN OP”, la parola deriva da COIN OPERATED, funzionanti a soldi / gettoni, di fatto “mangiasoldi”.

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Un altra location che ricordo con grande piacere è il Luna Park natalizio di Genova, ancora oggi presente ogni anno, tra l’altro uno dei parchi mobili più grandi in Europa. Superato uno dei cancelli di ingresso ovunque mi voltassi vedevo autoscontri, montagne russe, il castello di dracula, i vari tiri a segno, la corsa dei cavalli, la pesca dei cigni e tantissimo altro.

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Ovviamente non mancavano le sale giochi, ne ricordo almeno due, ovviamente entravo in entrambe girando tra i cabine alla ricerca dei miei giochi preferiti. In questo caso dedicavo meno tempo ai videogiochi perchè preferivo provare le emozioni adrenaliniche delle attrazioni presenti!

Quante amicizie in questi meravigliosi luoghi, per fortuna, anche i miei cugini ed amici erano appassionati e una volta mi ci portavano i miei genitori, altre volte gli zii e chi avrebbe avuto la pazienza di farci divertire.

Quando finiva la giornata, tornando a a casa trovavo un bellissimo “Commodore 64”, ma la sala giochi era qualche cosa di speciale, unico, quando un gioco da sala arrivava a casa speravi che fosse uguale, ma non era mai cosi….almeno sino all’arrivo di alcune piattaforme successive.

Quando mi feci più grandicello, iniziai a frequentare le sale giochi genovesi, spesso si trovavano anche parecchi Biliardi (che normalmente usavano i più grandi) che chiaramente mi fecero appassionare anche a questo gioco!

Le sale giochi iniziarno a diminuire e scomparire da ogni città, la causa, in gran parte lo sviluppo delle tecnologie casalinghe. L’arrivo della Playstation e la larga diffusione di questa piattaforma diede una bella “botta” ai giochi da sala che avevano già iniziato il loro declino.

Il decennio degli anni’80 fù davvero quello che vide la loro incredibile diffusione crescita, sino al loro rapido declino. Oggi troviamo qualche sala giochi, ma la magia è finita e non è più replicabile.

Potrei scrivere per ore, giorni, mesi su questi luoghi. Volevo solo regalarvi per qualche istante la magia di aver vissuto personalmente quel periodo davvero irripetibile tra sogno, magia, divertimento e tanta passione.

Chiudo con un W le sale giochi per tutto quello che ci hanno regalato!

Giorgio “Joyrayd”

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